giovedì 30 ottobre 2014

Sblocca Italia

La crescita per decreto. Il tentativo di riavviare la saluta della nostra economia passa anche attraverso il tentativo di promuovere la spesa e alcuni investimenti mirati al miglioramento dell'efficienza di alcune importanti componenti il nostro patrimonio. La proposta di estensione degli incentivi fiscali nel caso di interventi sugli edifici esistenti per ridurne la vulnerabilità sismica pare sia rivolto in tale direzione. La sismicità del territorio nazionale è decisamente più elevata della media europea, per loro fortuna. La fascia che prende il nostro paese, percorre la Grecia e raggiunge la Turchia è caratterizzata da aree periodicamente interessate da fenomeni tellurici, con frequenza ed intensità variabili, ma che comunque si ripetono nel tempo. Lasciando ad altri la disquisizione circa la prevedibilità di tali eventi, è certo che oggi la tecnica consente di realizzare edifici ed infrastrutture molto più sicure che in passato, ed esistono applicazioni efficaci anche per gli interventi sul già costruito, cioè gli edifici che normalmente ci ospitano. Così come è accaduto per la riqualificazione energetica, il beneficio fiscale può costituire uno stimolo agli interventi, e quindi alla ripresa economica, perchè si propone un beneficio concreto a chi li esegue. La riduzione della vulnerabilità sismica richiede però interventi di carattere strutturale, che comporta analisi ed ispezioni preliminari nonchè una fase di progettazione, ed infine di esecuzione dei lavori. Richiedono cioè tempi lunghi. Ci auguriamo che sia previsto un orizzonte di almeno 3 anni per la realizzazione delle fasi operative. Un solo anno non sarebbe sufficiente neppure per iniziare i lavori: l'inefficacia, per decreto.

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