martedì 20 agosto 2013

End of waste: Cessazione della qualifica di rifiuto

Nell’ormai lontano novembre 2008 veniva pubblicata la nuova Direttiva Rifiuti, edizione integrata di quelle precedente di qualche anno. Gli effetti di questa direttiva non si sono esauriti nel giro di pochi mesi, ma continuano a manifestarsi, per la facoltà sancita di ogni Stato Membro di regolamentare autonomamente il settore, nel rispetto di quanto prescritto. Di particolare interesse l’ambito dedicato a quei prodotti, o sostanza, precedentemente considerati rifiuti, per i quali sono previste procedure che consentono di non trattarli più come tali. L’obiettivo principale di qualsiasi politica in materia di rifiuti dovrebbe essere di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l’ambiente. La politica in materia di rifiuti dovrebbe altresì puntare a ridurre l’uso di risorse e promuovere l’applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti. L'articolo 6 della Direttiva rifiuti 2008/98/CE specifica che taluni rifiuti specifici cessano di essere tali (...) quando siano sottoposti a un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfino criteri specifici (...): a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana. Questi rifiuti specifici cessano quindi di essere tali, e diventano prodotti normali. Un artificio, una magia burocratica li ha trasformati da qualcosa di assolutamente bandito a bene liberamente utilizzabile. Forse, semplicemente, non doveva essere chiamato indistintamente «rifiuto» qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi. Ma comunque è un importante risultato positivo ottenuto, che lascia sperare che una reale semplificazione e maggiore concretezza operativa vengano introdotte nella gestione dei rifiuti, in modo che non sia un business di pochi ma l’impegno di molti. L’articolo 4 della direttiva tratta la gerarchia dei rifiuti, ovvero l’ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti. Al primo posto si trova la prevenzione. Consumo Responsabile si augura che tale prevenzione passi anche per la promozione della cultura della responsabilità dell’uso delle risorse e del consumo solo il necessario. Il testo della Direttiva rifiuti, è scaricabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:312:0003:0030:IT:PDF