lunedì 14 febbraio 2011

Regolamento dei materiali da costruzione CPR e uso sostenibile delle risorse naturali

La Direttiva europea sui prodotti da costruzione 89/106CEE, sinteticamente chiamata CPD, dopo 20 di servizio, è giunta alla sua revisione. La nuova bozza, che è attualmente in fase di approvazione finale nei meandri della Commissione Europea, apporta alcune interessanti innovazioni per la regolamentazione, sia dal punto di vista normativo che tecnico.
La veste giuridica è quella del Regolamento Europeo, che pertanto non necessità di decreti di recepimento nazionale, e quindi di più rapida implementazione (è sufficiente la pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale Europea).
Di assoluto rilievo è però l’avere fatto propria una istanza da troppo tempo nell’ambito dei requisiti cogenti per i prodotti da costruzione.
Il nuovo regolamento, il cui acronimo potrebbe essere CPR, inserisce un nuovo requisito per le opere da costruzione: l’uso sostenibile delle risorse naturali.
Pur sapendo che il testo potrebbe non essere quello definitivo, se ne riporta l'estratto tanto atteso:

Requisiti di base delle opere da costruzione
7 Uso sostenibile delle risorse naturali
Le opere da costruzione devono essere concepite, realizzate e demolite in modo che l'uso delle risorse naturali sia sostenibile e garantisca in particolare quanto segue:
a) il riutilizzo o la riciclabilità delle opere da costruzione, dei loro materiali e delle loro parti dopo la demolizione;
b) la durabilità delle opere da costruzione;
c) l'uso, nelle opere da costruzione, di materie prime e secondarie ecologicamente compatibili

Il Regolamento dovrebbe però essere completamente operativo nella seconda metà del 2013, ma comunque è già un passo avanti verso il miglioramento.

Testo integrale su: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0004+0+DOC+XML+V0//IT

sabato 12 febbraio 2011

Tutti a scuola di riparazione


Riparare un oggetto che si rompe vs gettarlo e sostituirlo con uno nuovo?
Proviamo ad esaminare il processo di scelta con l'aiuto di una mappa mentale.

giovedì 10 febbraio 2011

Sostenibilità sociale

Le linee guida per il reporting di sostenibilità, redatte nell’ambito del Global Reporting Initiative (GRI), rappresentano un utile documento per una chiara e trasparente valutazione della sostenibilità delle organizzazioni.
Definiscono una delle sfide centrali dello sviluppo sostenibile la richiesta di scelte nuove e innovative e di un diverso modo di pensare.
La valutazione della sostenibilità è basata su indicatori di performance, che abbracciano tre ambiti: economico, ambientale e sociale.
Particolare enfasi è riservata agli indicatori di performance sociale, che si articolano nell’esame di quattro componenti della sostenibilità:
Pratiche di lavoro e condizioni di lavoro adeguate;
Diritti umani;
Società;
Responsabilità di prodotto.
Le pratiche di lavoro e condizioni di lavoro adeguate, tematiche a cui un consumatore responsabile è particolarmente attento, si basano su standard internazionali riconosciuti universalmente: dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e i relativi Protocolli fino alla Dichiarazione e programma d’azione di Vienna.
L’Organizzazione dovrà almeno fornire evidenza delle azioni e strategia relative almeno ai seguenti aspetti:
- occupazione;
- relazioni industriali;
- salute e sicurezza sul lavoro;
- formazione e istruzione;
- diversità e pari opportunità.

Si perde invece traccia di come si valuti, o promuova, il diverso modo di pensare sopra citato. Ma probabilmente è questo il vero elemento distintivo di una organizzazione, o anche solo una persona, che voglia perseguire comportamenti sostenibili.
Senza dubbio è una valutazione complessa, ma è possibile identificare un indicatore, anche se grezzo, della sostenibilità: è il tempo.
Una possibile valutazione suonerebbe così: Quale orizzonte di pianificazione si pone l’organizzazione (o la persona)?
2 anni, 5 anni? Oppure 50 anni, 100 anni!


Più informazioni su: http://www.globalreporting.org/ReportingFramework/G3Guidelines/

domenica 6 febbraio 2011

Strategia Sviluppo Sostenibile SSS

La nuova strategia dell'UE in materia di sviluppo sostenibile (SSS dell'UE), approvata a Bruxelles il 26 giugno 2006, annoverava tra gli obiettivi generali, la promozione di modelli di consumo e di produzione sostenibili.
Uno degli obiettivi operativi in cui si traduceva quello generale, consisteva nel ‘promuovere il consumo e la produzione sostenibili inquadrando lo sviluppo sociale ed economico nei limiti della capacità di carico degli ecosistemi e dissociare la crescita economica dal degrado ambientale’.
Trascorsi tre anni, nel riesame 2009 della strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile del luglio 2009 è espresso il giudizio circa il raggiungimento dell’obiettivo proposto: ‘L’evoluzione del consumo e della produzione sostenibili risulta piuttosto eterogenea: a fronte dei progressi registrati nel dissociare il degrado ambientale e l’uso delle risorse naturali dalla crescita economica, si osserva un andamento dei modelli di consumo tutt’altro che positivo, specialmente in materia di energia, mentre i segnali sono incoraggianti per quanto riguarda i modelli di produzione’.
Il riesame della Commissione Europea argomenta gli sforzi compiuti e le difficoltà incontrate nel perseguimento dei propri obiettivi, crisi inclusa. Le motivazioni sono assolutamente ragionevoli, e l’impegno profuso è ammirevole.

Rimane una perplessità, un’ombra di fondo: ma non è possibile proporsi come obiettivo lo sviluppo senza la crescita (dei consumi)?

Più informazioni su: http://www.parlamento.it/web/docuorc2004.nsf/a18c3ca3f8365c96c1257569005bfd5a/0c1625a7de663a16c12576000036e192/$FILE/COM2009_0400_IT.pdf
http://www.ec.europa.eu/sustainable/docs/renewed_eu_sds_it.pdf