Le linee guida per il reporting di sostenibilità, redatte nell’ambito del Global Reporting Initiative (GRI), rappresentano un utile documento per una chiara e trasparente valutazione della sostenibilità delle organizzazioni.
Definiscono una delle sfide centrali dello sviluppo sostenibile la richiesta di scelte nuove e innovative e di un diverso modo di pensare.
La valutazione della sostenibilità è basata su indicatori di performance, che abbracciano tre ambiti: economico, ambientale e sociale.
Particolare enfasi è riservata agli indicatori di performance sociale, che si articolano nell’esame di quattro componenti della sostenibilità:
Pratiche di lavoro e condizioni di lavoro adeguate;
Diritti umani;
Società;
Responsabilità di prodotto.
Le pratiche di lavoro e condizioni di lavoro adeguate, tematiche a cui un consumatore responsabile è particolarmente attento, si basano su standard internazionali riconosciuti universalmente: dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e i relativi Protocolli fino alla Dichiarazione e programma d’azione di Vienna.
L’Organizzazione dovrà almeno fornire evidenza delle azioni e strategia relative almeno ai seguenti aspetti:
- occupazione;
- relazioni industriali;
- salute e sicurezza sul lavoro;
- formazione e istruzione;
- diversità e pari opportunità.
Si perde invece traccia di come si valuti, o promuova, il diverso modo di pensare sopra citato. Ma probabilmente è questo il vero elemento distintivo di una organizzazione, o anche solo una persona, che voglia perseguire comportamenti sostenibili.
Senza dubbio è una valutazione complessa, ma è possibile identificare un indicatore, anche se grezzo, della sostenibilità: è il tempo.
Una possibile valutazione suonerebbe così: Quale orizzonte di pianificazione si pone l’organizzazione (o la persona)?
2 anni, 5 anni? Oppure 50 anni, 100 anni!
Più informazioni su: http://www.globalreporting.org/ReportingFramework/G3Guidelines/
Considerando di dover chiedere in prestito ogni cosa che si usa si è portati verso una scelta più mirata delle cose che si possiedono, e all’eliminazione di molti oggetti poco sostenibili. Difficilmente si chiede in prestito una cosa che non si usa, o il cui uso è anti economico; e con maggiore difficoltà ancora si chiede in prestito un oggetto ‘usa e getta’.
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